Abbiamo ricevuto, condividiamo e pubblichiamo la nota della Dott.ssa Maria Vittoria Oletti, come stimolo ad un dibattito per gli operatori della rete. Attendiamo pertanto vostri commenti su Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

"In questi giorni, sui principali quotidiani e in rete, è comparso un articolo che purtroppo dimostra quanto poco la maggior parte delle persone, sia informata su cosa sia la malattia oncologica. (LA STAMPA del 29 giugno- Cronaca cittadina: Ha il tumore al seno, per il tribunale non può adottare. Ma per l'INPS non è abbastanza malata: negati i permessi sanitari). Al di là degli addetti ai lavori, spesso anche altre figure possono trovarsi a giudicare su una patologia tanto varia e delicata, influenzata da una miriade di fattori, sia legati alla patologia che esterni, e sono spesso impreparate e purtroppo superficiali. Ho vissuto una vita intera con il cancro, per lavoro e purtroppo per esperienza vissuta in famiglia e potrei raccontare un paio di storie che rilevano come l'inesperienza possa incidere sulla sopravvivenza delle persone Quello che il concetto di rete trasmette e che dovrebbe essere conosciuto da tutti, passa anche attraverso il “non so” ma “c'è chi sa meglio di me e chiedo”!!! Purtroppo la presunzione umana è infinita e anche all'interno della cerchia degli addetti ai lavori, troviamo i tuttologi, quelli che di tutto sanno e di tutto dicono, senza rendersi conto che
una loro mancanza può colpire non solo il corpo ma anche la psiche di persone affette da una malattia che ancora oggi spaventa anche gli operatori del settore. Da qui il giudizio errato e contrastante tra Tribunale dei minori e INPS, da qui il dubbio ad eseguire manovre di rianimazione, in malati che hanno avuto il cancro e non lo hanno più, perchè chi passa da questa porta resta bollato in eterno dal suo passato e dal suo presunto futuro. Quindi pensiamoci
tutti con attenzione , perchè anche chi non ha un parente stretto che si occupa di oncologia, possa essere tutelato e avere così una vita solo e solamente normale. Ci piace credere che tutti avremo nella vita le stesse possibilità e, anche se non è proprio così, dobbiamo cercare di tutelare almeno i diritti, in modo che quelli siano proprio uguali per tutti.
Maria Vittoria Oletti Medico Ospedaliero Specialista in Oncologia"